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Appalti sotto soglia, per Anac ok (condizionato) alle procedure aperte

lentepubblica.it • 10 Aprile 2024

appalti-sotto-soglia-anac-procedure-aperteNel contesto degli appalti pubblici sotto la soglia comunitaria, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha recentemente emesso un parere consultivo che renderebbe legittime le procedure aperte (ma a determinate condizioni da rispettare).


L’Anac è stata chiamata a fornire chiarimenti su questa possibilità, in risposta a una richiesta di un’amministrazione operante in un’area di ricostruzione post-sisma. In particolare, l’amministrazione ha sollevato la questione di poter utilizzare una procedura aperta anziché l’affidamento diretto, considerando la particolarità dell’opera interessata e la necessità di garantire una più ampia concorrenza.

Appalti sotto soglia, per Anac ok (condizionato) alle procedure aperte

Pertantp, secondo quanto disposto dall’Anac nel parere n. 13 del 13 marzo 2024, le stazioni appaltanti potrebbero optare per l’utilizzo delle procedure ordinarie anziché quelle specificamente indicate dal legislatore, come previsto dall’articolo 50 del Codice Appalti. Questo significa che, anche per gli appalti sotto la soglia comunitaria, potrebbero essere adottate procedure diversificate, consentendo una maggiore concorrenza e trasparenza nel processo di selezione del contraente.

In particolare l’Autorità ha risposto affermativamente alla richiesta di parere, sostenendo che, in generale, per gli appalti sotto la soglia comunitaria, è consentito il ricorso alle procedure ordinarie e aperte, purché la stazione appaltante valuti attentamente le caratteristiche della gara. Ci sono dunque alcune condizioni da considerare attentamente.

In primo luogo, la stazione appaltante deve valutare accuratamente le caratteristiche del mercato in cui opera. Questo significa analizzare la concorrenza esistente, la disponibilità di fornitori qualificati e le dinamiche del settore. Questa valutazione è fondamentale per garantire un processo di gara efficace e competitivo.

In secondo luogo, la stazione appaltante deve tenere conto delle peculiarità dell’affidamento in questione. Ogni appalto ha le proprie specificità e requisiti, che possono influenzare la scelta della procedura di gara più adatta. Ad esempio, lavori di particolare complessità tecnica potrebbero richiedere una maggiore attenzione nella selezione del contraente.

Infine, la stazione appaltante deve considerare gli interessi pubblici coinvolti nell’affidamento dell’appalto. Ciò significa assicurarsi che il processo di gara sia trasparente, equo e rispetti i principi di legalità e imparzialità. L’obiettivo è garantire che il contratto risulti affidato al contraente migliore per soddisfare le esigenze della pubblica amministrazione e dei cittadini.

Il vincolo del principio di risultato

Tuttavia, c’è un vincolo da rispettare: il principio di risultato. Questo impone al Responsabile Unico del Procedimento (RUP) di assicurare che gli obiettivi dell’affidamento vengano raggiunti in modo efficace e tempestivo. In altre parole, nonostante la flessibilità offerta dalle procedure ordinarie, il processo di gara deve ancora garantire risultati concreti e benefici per la pubblica amministrazione e la comunità.

L’Autorità infine ha evidenziato che non emette pareri preventivi su atti specifici delle stazioni appaltanti, ma fornisce linee guida generali sulla base delle informazioni fornite. Pertanto, spetta alla stazione appaltante valutare la possibilità di adottare le procedure ordinarie, prendendo in considerazione le indicazioni fornite.

Il testo del parere Anac

Qui il documento completo.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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